Irene Giuffrida su Refinery Flock

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Irene Giuffrida ha voluto dedicare questo testo al mio progetto “Refinery Flock“:

Una danza crepuscolare d’uccelli sulle raffinerie…è questo “Refinery flock”, il ritratto dinamico di un improbabile incontro: quello tra la natura, l’uomo e i loro simboli. Nel tempo breve di undici inquadrature si compie, non visto, il miracolo della frammentazione dell’immagine, emerge qui una verità che troppo spesso l’arte fotografica cela: il tempo che passa. Lo stormo ridisegna i contorni del proprio andare sullo scenario di un cielo che cambia colore ad ogni scatto…è l’eterno divenire dell’esistenza che non trova posa, né si arresta sotto l’apparente appoggio della cristallizzazione del tempo in immagine.

Sfumano i contorni: lo stormo espande lo spazio della sua presenza; alle nuvole scure del cielo si mescolano gli aliti tossici della fabbrica, icona statuaria di una modernità malata che tende vanamente al cielo e sopra uno sfondo di colori accesi gli uccelli in stormo definiscono sempre nuove e casuali geometrie provvisorie aprendo strade all’ immaginazione del fotografo e del suo pubblico che osservano in tempi diversi gli identici voli…

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Ninfa Leotta su Falconara

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Ninfa Leotta ha voluto dedicare questo testo al mio progetto “Falconara“:

“Falconara” non è solo una spiaggia sulla costa meridionale della Sicilia. E’ un topos dell’anima.La sua bellezza misteriosa e silenziosa attrae l’occhio del fotografo che immortala, attraverso l’obiettivo, le immagini più suggestive di una realtà che lo colpisce per la sua immensità e per la sua eterogeneità. Non lo spaventa la solitudine del luogo e la mancanza della figura umana. Lui non è solo. La sabbia vellutata che accoglie il suo corpo mentre scatta, gli permette di afferrare aspetti insoliti del paesaggio, fissati per sempre in un attimo d’ infinito. I suoi occhi si tuffano al di là del mondo reale e trasformano il ramo  secco abbandonato in un grosso granchio o in una tartaruga che arrancano per arrivare al mare e la piattaforma che si intravede in lontananza, somiglia ad una nave di mercanti di spezie che solca il mare, avvicinandosi alla terra. Gli insoliti, porosi faraglioni su cui si infrangono le onde, facendo ricadere la spuma che biancheggia come merletto di sposa sulla spiaggia, si trasformano in grottesche creature marine, incatenate per l’ eternità in quella sottile lingua di terra, da cui respirano cristalli di luce. E tutto attorno mare, mare, mare infinito, spumeggiante. Un mare che sembra trascolorare: si argenta? o si scura? E poi, sabbia. Impalpabile,soffice, colore dell’ oro. Una sabbia, a volte con impronte, che pare dorma incantata nella fulgida nebbia di un  sole accecante.

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Refinery Flock su Clickblog

[lang_it] Guardando i link “incoming” al mio sito ho casualmente scoperto che ClickBlog ha dedicato a Refinery Flock un post sul blog. Ho trovato sul sito anche alcune delle mie foto ad “alta risoluzione” (le avevo date a File Magazine e a Fabiano Busdraghi). Un tipico caso di come, quando sei online, ti ritrovi “citato” o “pubblicato” anche a tua completa insaputa. Il testo di accompagno del misterioso estensore delle note è anche forviante e la selezione delle fotografie (delle quali non ho autorizzato la pubblicazione) non rispecchia il progetto per intero. Mi ricorda per certi versi, la fine, triste, di quelle fotografie “fonte internet” di cui parlo qui. E mi fa venir voglia (cosa che farò quanto prima) di utilizzare Digimarc non tanto per gelosia ma giusto per comprendere “che fine fanno” le proprie immagini. I servizi di Digimarc consentono infatti di tracciare le immagini risalendo a chi le utilizza. A solo 80 dollari devo dire che mi sembra un prezzo eccellente per sperimentare (anche se il tracking costa circa 500 dollari ….)
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LX3… Street photography

[lang_it] In giro per Londra in questi giorni ho usato solo la LX3. E’ una macchina davvero sorprendente che fa venire una gran voglia di scattare scattare scattare. Fatta confidenza con i comandi l’usabilità è sorprendente. E, a mio avviso, anche la “pasta” delle foto. Trovo notevolissima la separazione tra i piani che offre. E mi piace molto il fatto che non sia un fulmine di sharpness a 24 mm….

Questa è una ISO 200, f2, 1/20 @ 24mm… Il Watermark al centro è dovuto ad una versione di prova di Raw Developer (che fa file un filo migliori di Silkypix).

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L’esplosione di Digital Rail Road

Probabilmente è la notizia del giorno. Digital Rail Road, uno dei maggiori motori per fotografi professionisti e fotoagenzie ha chiuso. Di botto. Un comunicato sul loro sito laconicamente dice:

October 28, 2008

To our valued Members and Partners:

We deeply regret to inform you that Digital Railroad (DRR) has shut down.

On October 15th we reported that the company had reduced its staff and
was aggressively pursuing additional financing and/or a strategic
partner. Unfortunately, those efforts were unsuccessful. Therefore
Digital Railroad has been forced to close all operations.

Digital Railroad has attracted a loyal set of
customers and partners, and we regret this unfortunate outcome. Without
sufficient long-term financial support, the business had become
unsustainable.

Thank you for allowing us to serve the photographic community these past few years.

All questions pertaining to claims should be addressed to:

Digital Railroad, Inc
c/o Diablo Management Group
1452 N. Vasco Road, #301
Livermore, CA 94551

La Blogosfera è esplosa. PDN Online, Lensculture. I numeri parlano chiaro…. Nell’ultimo anno 1300 fotografi e 65 agenzie tra cui VII Agency e NOOR avevano messo i loro lavori su DRR. Hanno avuto una mail poco prima dell’annuncio in cui dicevano: ci dispiace, chiudiamo. Ritirate tutto. E come? Linee saturate, banda esaurita. Un crash che rischia di coinvolgere tantissimi professionisti. Photoshelter aveva fatto una fine simile ma in un modo meno traumatico.
Credo che i post di Vince La Foret e di Chase Jarvis raccontino bene la questione. A me rimane una riflessione: dati i recenti fallimenti di stock/motori per fotografi sembra che l’outsourcing non sia più potabile. Quando si ha a che fare con un fallimento tutte le clausole di liability non possono certamente compensare i danni… Effetti collaterali della crisi generale o crisi nel mondo dell’immagine? Viene voglia di tenersi tutto dentro sotto il materasso dentro 100 dischi raid fail-proof….

Panasonic LX3 – altre impressioni

L’inizio è stato di quelli belli. La macchina ha dimostrato di cavarsela egregiamente in condizioni di luce controllata. Ma fuori? All’aperto, per strada? Ad altre focali? Ad ISO elevati? Tutte belle domande a cui provare a dare una risposta… Per mettere le risposte sul tappeto vorrei partire dalla fine, ed eventualmente, approfondire le problematiche man mano che si presentano. Non, quindi, un procedimento logico e sequenziale ma un fiume di conclusioni messe giù per come sento la macchina dopo qualche giorno di utilizzo. E con l’idea di approfondire man mano con chiunque vorrà contribuire.

24 mm: qualità e distorsione
l’immaginavo già prima di comprarla. La macchina NON è sharp a 24 mm. Sicuramente fa peggio dei sample shot che ho visto della Canon G10. Credo che questo comportamento sia dovuto parzialmente alla distorsione – corretta in automatico dalla macchina stessa tanto in JPG che in RAW se elaborati da Silkypix – a 24 mm. A questo proposito si è sviluppato un piccolo “caso” che ha acceso per giorni il forum Panasonic su DPReview. Invito gli interessati angloparlanti a dare un occhio qui. In sostanza ripilogando la questione con alcune prove fatte personalemente:

  • Panasonic dice che la super lente Leica è priva di distorsione: “L’obiettivo Leica DC VARIO-SUMMICRON, con luminosità f/2.0-f/2.8,
    garantisce qualità ad alti livelli, minima distorsione e nitidezza sull’intera superficie dell’immagine. Anche quando imposti il
    grandangolo alla massima capacità (24 mm), la distorsione di DMC-LX3 è comunque inferiore a quelle delle macchine dello stesso segmento,
    proprio per merito dell’obiettivo Leica DC.”
  • Usando DCRAW per processare un RAW della Panasonic viene fuori un’immagine (3/2) più grande dei JPG/TIFF della LX3:DcRaw: 3794/2538 = 9,629,172 JPG/RAWSily 3776/2520 = 9,515,520 – Differenza: 113652 bytes
  • L’immagine di DCRAW (ridimensionata a 800 pixel) è questa:
  • Mentre quella che viene fuori dal JPG è questa:
  • La zone della casa di pietra nell’output di dcRaw è molto “rotonda” e il muretto in cemento in basso a destra, praticamente assente (anche nella mia inquadratura), magicamente ricompare. Per risistemare la distorsione in Photoshop ci vuole un +14/+15 di “Remove distorsion”. Qui l’immagine dopo la correzione pronta per il Crop.
  • Dopo il crop la mia immagine assomiglia di più a quella che viene fuori dalla macchina anche se PS mangia parecchi pixel: 3592×2298=8,254,416, quindi poco più di 8 Mpixel utilizzabili… Di sicuro, quindi, il Venus IV di Panasonic e il Raw converter agiscono direttamente sull’immagine correggendola (distorsione barrel+qualche stretching sui bordi) prima dell’output finale. Come nota secondaria segnalo che Adobe, in modo non ufficiale tramite i suoi sviluppatori, scrive su un suo forum che  esiste un motivo per cui Lightroom non supporta ancora e che questo va chiesto a Panasonic (messaggio nr. 14 del thread)…
  • In effetti, a guardar bene, la lente (a proposito di distorsione) non è esattamente quanto Panasonic dice. Non ho avuto tempo, nè voglia, di provare la distorsione ad altre focali. Sarebbe stato probabilmente più corretto per Panasonic affermare che la MACCHINA produce scatti senza distorsione, visto che sicuramente i risultati finali non sono merito della lente da sola, almeno a 24 mm. Quanto è grossa questa distorsione? Giudicate da soli. Non voglio fare matematica perchè non mi interessa. Ma è parecchia direi, sembra quasi un fish-eye (che potrebbe forse essere un lato positivo guardandola da una diversa prospettiva 🙂 ). Ma l’angolo di campo dell JPG o del RAWSilky è uguale a quello di una full frame 35mm? Si. Ho confrontato con la 5D a 24 mm (24-105 e 16-34II). E in termini pratici quanto incide questo comportamento sul risultato finale? A me francamente interessa poco. Le prove di cui sopra le ho volute fare per farmi una possibile ragione dell’output non eccellente della macchina, in landscape, a 24mm. Siccome però non scatterò mai con la Panasonic a 24 mm questi soggetti (ma lo vedete un fotografo riprendere panorami con la LX3 su un treppiedi, magari con una testa Wimberley? Ci sono altri strumenti per questi scopi) la questione mi lascia abbastanza indifferente. Anche perchè, nello stesso momento, la macchina, sempre a 24 mm 1/20 f2 produce scatti di questo tipo:

Le problematiche della distorsione e della qualità diventano veramente relative se non ci si ostina a riprendere oggetti lontani. A mio avviso l’obbiettivo, pur con questi difetti e con la “mancanza di chiarezza” del marketing Panasonic a questo proposito, è veramente interessante. Trovo nelle fotografie una certa somiglianza alle scansioni dei negativi medio formato, una “pasta” davvero difficile da immaginare su una compatta di queste dimensioni.
Altre considerazioni
La macchina è decisamente piccola e maneggevole. Il display è ok anche se, come tutti gli LCD, non è molto visibile in condizione di piena luce. Non ho molto giocato, fino ad ora, sulle funzionalità di fuoco manuale… Ho notato che per non deteriorare la qualità dell’immagine, bisogna stare entro f5.6, pena l’arrivo di un po’ di diffrazione. Quanto a noise sono davvero soddisfatto. Un ISO 200 è discretamente pulito. Un ISO 400 corrisponde ad un ISO 1000 della 5D. Non bellissimo ma ancora decente. Confermo le impressioni positive generali. It’s a keeper. Aspetto i vostri commenti di seguito…

 

Black & White Spider Awards 2008

[lang_all][/lang_all][lang_en]The Spider Awards has yesterday announced the list of nominees, honorable mentions and winners. I’m glad to communicate that the jury has nominated my shots “Ground Zero” (nomination in Architecture and in Photojournalism) and “The Politician” (nomination in People). Nominated images will be exhibited at the Spider Awards official Winners & Nominees Gallery reviewed by creatives worldwide.

Black and White Spider Awards is an organization for the advancement of black and white photography. Their aim is to bring photographers from all corners of the globe together with leading industry figures to participate in a unique annual celebration of this classic art-form. By selecting the best eyes in the industry to judge and jury the most expressive and creative photographs, The Spider Awards hopes to inject a fresh artistic vision into the world of photography honors.

The list of Jurors is  reported hereafter:
[/lang_en] [lang_it] Gli Spider Awards hanno annunciato ieri la lista di nomination, mensioni d’onore e vincitori. Sono felice di comunicare che la giuria ha selezionato i miei scatti “Ground Zero” (nomination in Architetture e Fotogiornalismo) e “Il Politico” (nomination in People).
Il premio, uno dei più prestigiosi riconoscimenti nell’ambito della fotografia in bianco e nero, raccoglie e promuove il meglio della fotografia in Bianco e Nero a livello mondiale.

La lista dei giurati è riportata di seguito:
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Juliet Hacking, Program DirectorSotheby’s Institute of Art, London
Andrea de Polo Fratelli Alinari Museum, Florence
David Clarke, Head of Photography Tate Gallery, London
David Heffel, President Heffel Fine Art Auction House, Canada
Rebecca Bedrossian, Managing Editor Communication Arts Magazine
Filippo Tattoni-Marcozzi, CuratorGoss-Michael Foundation, Dallas
Phil Harris, Chairman ILFORD PHOTO, UK
Darren Ching, Creative Director Photo District News (PDN)
Anita Dammer, Editor-in-Chief Photo Life Magazine, Canada
Adriaan Van der Have, Founder TORCH Gallery, Amsterdam
Roger Szmulewicz, FounderFifty One Gallery, Belgium
Julian Watt, Former President ACMP, Australia
Martha Takayama, DirectorT epper Takayama Fine Arts, Boston
Andrea Hinteregger, Director Artrepco, Zürich
Sandra Byron, Curator & Director Byron McMahon Gallery, Sydney
Roger SonnewaldJ.J. Heckenhauer Galerie, Berlin
Aleksandra Flora, Former Rep.VII Photo Agency, New York
Jurriaan Van Kranendonk, Van Kranendonk Gallery, The Hague
EVE Photographers, International Photography Collective
Conrad Hechter, Correspondent Studio Magazines, Australia
Michael Fulks, Publisher Apogee Photo Magazine
Jason Boa, President NZIPP, New Zealand
Cliff Li, Former Director Leica Photo Gallery, São Paulo
Vaughan Judge, Head Fine Art Glasgow School of Art, Scotland
Alexis Gerard, President Future Image
Kristin Hauksdóttir, Head of Collection Reykjavik Museum Photography, Iceland
Marty Weiss, Founder Meter Gallery, New York
Juana de Aizpuru, Founder Galeria Juana De Aizpuru, Madrid
Rocco Piscatello, Founder Piscatello Design Centre, New York
Dr.Johannes Pernkopf, Founder Galerie Pernkopf, Berlin
Baudoin Lebon, Founder Galerie Baudoin Lebon, Paris

PDF of Architectural Nominees

PDF of Photojournalism Nominees

PDF of People Nominees

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Panasonic LX3 – Prime impressioni

La LX3 sopra la 6003 🙂

Avevo “puntato” la LX3 dal momento della sua uscita. Da Agosto ad oggi ho cercato, confrontato, spulciato forum, visto immagini fatto pixel-peeping. Non mi convinceva appieno la qualità che riscontravo nelle immagini. Quasi tutti gli entusiasti del forum Panasonic su dpReview erano amatori di “bocca buona”, o afecionados del marchio e quindi non proprio attendibili e/o autorevoli. Anche i più volenterosi.
Mi sono anche dato del “taccagno”…. In fondo, pensavo, è una macchina che costa “poco” rispetto a quanto generalmente spendo in obiettivi ‘L’ o altri accessori…. Costa quanto una fornitura di inchiostro per la mia Epson 3800…. Ho pensato più volte: la compro e basta. Poi è uscita la Canon G10…. E via altre elucubrazioni…. E altre comparazioni sui soliti forum e dai soliti entusiasti. E la solita sfilza di “image quality”, “ISO noise”, “lens sharpness” e chi via dicendo. Uffa…. Certo, anche io desidero un oggetto otticamente perfetto con un eccellente sensore, che funzioni come la 1DS con il 35 L. Ma voglio soprattutto una macchina da portare con me SEMPRE. E che sia accettabile come qualità e che mi consenta, se la luce c’è, di tirar fuori uno scatto dal mio quotidiano.
Quindi deve essere “piccolina”, non devo pensare “ah, avessi avuto la macchina” quando vedo qualcosa che mi stuzzica il click. Ci sono alcune alternative piccole ed interessanti. Oltre alla G10 (che però proprio piccola non è), la Sigma DP1 è sicuramente una macchina eccellente in termini di qualità finale…  Ma da tutti considerata parecchio lenta e, quindi inadatta ai miei scopi (fotografare il quotidiano vuol dire fare un po’ di street/reportage…)
Così alla fine ho preso la Panasonic. Mi sono detto: NON voglio un look CANON e voglio provare questa lente marcata Leica (ma, naturalmente, non proprio leica originale) e appena mi capita tra le mani provo ad utilizzarla in una sessione di scatti in studio, attaccandoci sopra il trigger remoto wireless ed utilizzando alcuni flash…

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