Refinery Flocks

Refinery Triptych 02

La Natura si adatta. Lo ha mostrato molte volte anche in tempi recenti. Grandi catastrofi, come sversamento di petrolo in mare, non hanno avuto, in alcuni casi, alcuni degli esiti drammatici previsti, per la straordinaria capacità resilienti dei sistemi ecologici. L’evoluzione del nostro pianeta, anche se marcata in modo fortissimo nell’ultimo secolo dal cosiddetto
progresso industriale, ha sempre mostrato una eccezionale adattabilità ai mutamenti. Certo, solo negli ultimi anni l’influsso dell’Uomo è diventato più invasivo. Troppo pochi per comprendere tempi di adattamento che spesso si misurano in migliaia di anni. Di sicuro sorprende come possa crearsi, in certi casi, una sorta di sinergia tra i mostruosi prodotti del “progresso” e specie naturali. Questo progetto, che prende lo spunto al rapporto utilitaristico tra gli stormi di uccelli e il calore emesso da una raffineria, intende investigare aspetti di “simbiosi” o di precari equilibri tra industria e specie animali, tra manufatti dell’uomo e natura, non con l’idea di denunciare ma con l’intento di rappresentare possibili e strane armonie.

  • Edition of 5 +1 author’s proof / 150×100 cm – 60×40 inches
  • Edition of 10 + 1 author’s proof / 90×60 cm – 36×24 inches
  • Edition of 15 + 1 author’s proof / 60×40 cm – 24×15 inches

Simulacra: “Gente di Fotografia”

Gente di Fotografia, la rivista italiana dedicata alla fotografia, pubblica su questo numero (nr. 48) il mio  Simulacra. Gente di Fotografia è una rivista trimestrale, e da 15 anni è considerata una delle riviste più autorevoli nella promozione della Fotografia d’autore in Italia. Questo numero raccoglie lavori di Michael Chelbin, Walter Ferro, Carlo Desideri, Paola Fiorini, Daniele Papa, Romain Laurent e Salvatore Ligios, Ernesto Bazan & Mimmo Jodice.

L’articolo

Alan Rapp – Il portfolio di Massimo Cristaldi, Simulacra, raffigura, in un’assoluta calma notturna, piccoli edifici religiosi tipici delle regioni dell’Italia meridionale. Fotografati a un’impersonale distanza, queste edicole votive si stagliano nella notte come sentinelle immobili e modeste. Le icone religiose che racchiudono s’intravedono appena, la loro natura è solo evidenziata dall’effetto delle lunghe esposizioni adottate da Cristaldi, che crea un bagliore che ne preclude la visibilità. In un comune contesto stradale, i significanti fisici ed extra sensoriali si combinano assieme. Le automobili stesse recedono in una sorta di oblio di striature luminose, generate dall’otturatore a lungo aperto; gli altari, immobili ma apparentemente distanti, si sovraespongono per creare un’indeterminata carica di luce.
Sganciate da altre strutture, solidamente piantate in terra o incastonate su grandi mura esterne, queste costruzioni votive consentono a Cristaldi una delicata esplorazione delle loro latenti qualità luminose. La fotografia notturna è, da tempo, un genere ben consolidato, eppure questi soggetti del lavoro di Cristaldi non sono le fabbriche derelitte e i luoghi abbandonati, tipici dei suoi colleghi americani. Il senso di fallimento qui è differente, è più culturale e non così ovviamente religioso, frutto di “una globalizzazione galoppante e una generale indifferenza”, come Cristaldi scrive.
L’autore adotta il pensiero di Jean Baudrillard sui “Simulacres”(1) come tema per questo lavoro. I livelli di rappresentazione e simulazione (che Baudirllard distingue) sono entrambi presenti: i soggetti delle fotografie sono templi dedicati a un Dio invisibile (o a una Madonna o a un Santo). In questo senso, afferma Cristaldi, “queste fotografie sono simulacri di simulacri”. Ai due livelli se ne potrebbe aggiungere un terzo: quello architetturale. Composti nello spazio negativo tanto dell’arco che delle colonne che li descrivono, e sormontati da piccoli frontoni, questi simulacri sono caricature in miniatura dell’architettura classica. Le luci delle automobili – tramutate in nastri che scorrono accanto e attorno agli altari – allontanano ogni finalità reverenziale che questi altari vorrebbero produrre. Situate tra strade cittadine (comunque vuote e quiete come possono essere a queste ore della notte) e su strade secondarie, queste edicole non sembrano avere alcun’altro compito se non quello urbanistico e di un segnale spartitraffico. La funzione ha sopravanzato la tradizione, come nella fotografia in
cui due cartelli a zebra puntano in direzioni opposte, lontano dall’icona a cielo aperto, che è posta in mezzo a loro. Un moderno osservatore riconoscerà istanta neamente gli avvisi di pericolo, e forse tralascerà di risolvere il ruolo contemporaneo del tabernacolo e della effigie al centro. In alcune fotografie gli altari si confinano ai piani di sfondo. Ma Cristaldi crea anche un’ulteriore ironia: i fari e le luci di posizione descrivono numerose orbite attorno alle edicole: le auto sono forse gli ultimi angeli che accudiscono il divino.

Note

  1. 1. Simulacres et simulation, Jean Baudrillard, Paris: Galilèe, 1981.

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Ground Zero su “Il Corriere Della Sera”

Sono stato incluso nella lista dei 190 talenti italiani premiati nel mondo. La lista è contenuta in un nuovo volume, che si chiama  Young Blood 2008 che è stato presentato oggi dal Ministro della Gioventà, Giovanna Meloni. La notizia è stata riportata da “Il Corriere Della Sera”, in un articolo in prima pagina che è anche visibile online.
Link a:

cds-190-talenti-italiani-homepage cds-190-talenti-italiani-article young-blood-governo-italiano

Refinery Flocks su Hey Hot Shot

My Refinery Flocks is today featured on the Hey Hot Shot Blog.

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Text by Alan Rapp:

The work of Massimo Cristaldi is concerned with the ineffable qualities of the visible world. Here, nature and industry make an unlikely pair, yet they make a conceptual reciprocation. The flock of starlings in this photograph are drawn to the refinery’s thermal flows; en masse they create a kind of super-organism that almost emulates the scale of the artificial complex. And, they create an amazing visual tension as well.

Having written about his body of work Simulacra elsewhere, I continue to be drawn to the ideas behind his photographs, which in his words represent “possible and strange harmonies.” He adds, “I dedicate a particular interest to boundary lands in unstable balance between progress and leftover traces of a time gone.”

Based in Catania and Rome, Massimo has received awards from the Prix de Photographie de Paris and International Photography Awards this year alone. Much more can be seen at his website, which The New York Times recently called out as a must-see portfolio site.

Simulacra: una recensione di Alan Rapp

Alan Rapp, Direttore Associato di Hey Hot Shot, ha redatto una bella recensione sul mio “Simulacra” sul suo interessante blog “Critical Terrain“. Critical Terrain esplora ed interpreta immagini, oggetti, concetti e discipline che modellano l’ambiente in cui viviamo. Grazie, Alan, per le osservazioni – competenti e intriganti – sul mio lavoro.

Alan scrive:

Massimo Cristaldi’s Simulacra depicts small-scale religious edifices in silent, nocturnal composure. Taken from an impersonal middle distance, the Sicilian and Southern Italian roadside shrines in these pictures are humble, sentinel. The icons within them are unseen, even preempting visibility with their own interior glow.
Whether freestanding and bound solidly to the earth, or tucked into massive exterior walls, these votive structures yield to Cristaldi’s subtle exploration of their latent luminous qualities via long exposures. There is a sense of loss, perhaps less religious than cultural, allowing to “galloping globalization and by general indifference,” as Cristaldi writes. Cristaldi adopts Baudrillard’s elaboration of simulacra as the theme of this body of work. Here there are levels of both representation and simulation (which Baudrillard distinguishes among): the subject of the photograph is an edifice to an invisible God (or Mother or saint thereof). In this respect, Cristaldi writes, “these photographs are simulacra of simulacra.” (To this one could add an additional level: the architectural. Comprised as much by the negative space of the arch as the columns which describe them, and topped by munchkin pediments, these structures are caricatures of classical architecture in miniature.)
The tracery of automobile lights disorients the reverential purpose of these structures—they are little more than road markers. But Cristaldi also creates an additional irony: the head- and tail-lights describe numinous orbits around the shrines. These cars may be the last angels attendant to the divine.
Simulacra was recently been awarded an Honorable Mention by the International Photography Awards, and the New York Times recently included his web site in its round-up of compelling photographer’s sites. Equally oblique and haunting, for the human tragedy which he addresses, is his work Lampedusa (Wrecked Dreams).

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