“Suspended”, il tempo sospeso nella personale di fotografia di Cristaldi

Monica Cartia scrive un bell'articolo su "Suspended" su "La Sicilia" del 5 Giugno 2023

Ci sono luoghi che diventano punti di riferimento anche involontari nel nostro immaginario collettivo. Luoghi non-luoghi che ci sono per ricordare la propria esistenza. “Suspended” è la personale di fotografia del catanese Massimo Cristaldi che dedica degli scatti evocativi a questi luoghi assolati della nostra terra. Le immagini si soffermano sui luoghi indefiniti, non vissuti, incompiuti che richiamano l’occhio con tenerezza o stupore e ancora con rabbia e denuncia. Il vuoto, l’assenza che diventa presente, diventa una vita che non ha avuto il tempo di trovare respiro. E come scrive Sandro Iovine, critico di fotografia: «Qui protagonista è il tempo, un tempo sospeso, come sospesi sono i paesaggi che ci presenta dove tutto sembra ricordare vestigia di un recente incompiuto passaggio dell’uomo. Quelli che possiamo vedere sono luoghi immersi nell’assenza. Assenza di cura per ciò che l’uomo ha fatto in passato, assenza di una conclusione per opere iniziate e mai terminate. È un tempo che non c’è quello che fotografa Massimo Cristaldi, o meglio un “tempo interiore” che cristallizza, in un presente continuo, le ferite dello spazio e propone “deliranti proiezioni nel futuro” Narra attraverso le immagini una terra abusata che ci restituisce da decenni visioni surreali alle quali ormai il nostro occhio si è abituato e si è assuefatto». La bellezza richiede coscienza, denuncia e un futuro più solare per una terra che fa della propria luce una ricchezza. «Davanti alle immagini di Massimo Cristaldi abbiamo le stesse reazioni che si hanno di fronte a un reportage sulla miseria dell’uomo – dice il critico Franco Carlisi -. Le sue fotografie ci coinvolgono esteticamente ma Cristaldi sembra ritenere che questo non basti e così ci obbliga costantemente allo scontro visivo con lo scandalo di certa disonestà. Alimenta la rabbia per chi ha permesso un tale scempio e il rancore per uno Stato che sembra avere la benda sugli occhi».

Monica Cartia

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