Suspended: “Gente di Fotografia”

Gente di Fotografia, una delle più belle riviste italiane dedicate alla fotografia, pubblica su questo numero (nr. 67) il mio Suspended. Questa è la mia seconda pubblicazione sulla rivista dopo “Simulacra“, Pubblicata sul nr. 48.Gente di Fotografia è una rivista trimestrale, e da 22 anni è considerata una delle più autorevoli nella promozione della Fotografia d’autore in Italia. Questo numero raccoglie lavori di Ellen Kooi, Charles-Henry Bédué, Cody Bratt, Elisabeth Sunday, Angelo Zzaven, Yusuf Sevinçli, Ohad Matalon, Natalia Wiernik, Françoise Nuñez, Bernard Plossu, Carolle Benitah, Carolle Benitah, Lorenzo Castore, Salvatore Puglia, Abdoulaye Barry, Sophie Zenon Maria, Fausto Meli, Federica Sasso, Lisette Model, Aleksander Petlura, Guy Tillim, Araki Nobuyoshi, Daniel Naudé, Pieter Hugo, Hiroshi Sugimoto, Hrair Sarkissian, Alisa Resnik, Laura Pannack, Pio Tarantini, Alfred Stieglitz, Enzo Sellerio, Patrick Willocq, Heinz Schattner, Elena Helfrecht, Diego Pedemonte, Pasi Orrensalo, Marco Palmieri, Sang Woo Kim.

L’Articolo

Loredana Sferrazza – Geologo di formazione e fotografo per passione, attraverso il suo progetto fotografico dal titolo Suspended, Massimo Cristaldi ci conduce in un insolito e, talvolta, surreale viaggio in Sicilia. “Il mondo è grande e bello, ma è molto offeso” faceva dire Elio Vittorini al suo personaggio Ezechiele in Conversazione in Sicilia (1941)(1). Proprio come nell’opera di Vittorini, anche nel portfolio di Cristaldi, il viaggio si rivela un pretesto per ritornare alle origini, per ricercare l’essenza di luoghi, le tracce di una storia personale e collettiva, l’intimità con il genius loci, la relazione profonda che si stabilisce tra un popolo e la Terra che lo ospita.
Cristaldi, tuttavia, decide di soffermarsi sugli aspetti dissonanti di quel paesaggio, su architetture le cui proporzioni sono ben distanti dalle armonie dei templi greco-romani o delle costruzioni arabo-normanne e spagnole, maestose vestigia della complessa storia della sua terra. Cristaldi racconta una Sicilia ‘sospesa’ tra passato e presente e le sue immagini, proprio come le ‘rovine’ da lui immortalate, divengono potente metafora di qualcos’altro. Fotografie e rovine condividono, infatti, la medesima valenza di spazio fisico e simbolico di rappresentazione del presente, di memoria del passato, di proiezione di potenzialità future; entrambe sono (s)oggetti autonomi dall’alto potenziale evocativo, locus di ricerca, di ‘ammonizione’, strumento di riflessione e di denuncia della relazione disfunzionale tra l’uomo e l’ambiente. Gli scatti di Cristaldi mostrano una disarmonica geologia del paesaggio, una morfologia del territorio frammentata, dis-integrata e deturpata da architetture abbandonate, sospese, da rovine ingombranti, da spazi in attesa di nuove identità e d’intimità riconquistate.
Prive della dimensione di nostalgica esaltazione artistica del passato, le ‘rovine’ e le architetture ‘sospese’ delle fotografie di Cristaldi assurgono a nuovo paradigma del nostro tempo, di una contemporaneità precaria ed incompiuta, che muta continuamente, che distrugge e ricostruisce i propri spazi, privandoli spesso della loro identità originaria, trasformandoli in non-luoghi(2). Le fotografie di Cristaldi raffigurano ‘spazi di passaggio’ i cui i confini sembrano intrecciarsi: il grigiore del cemento incontra l’azzurro del cielo, i ruderi di un tempietto greco accolgono la presenza dell’uomo contemporaneo, deliranti costruzioni moderne deturpano la bellezza del paesaggio naturale circostante, antichi edifici riattivano la memoria di epoche passate. Ogni immagine sollecita l’osservatore a ricercare l’anima di quei luoghi, a riscoprire un linguaggio che fatichiamo a comprendere e a parlare “perché anestetizzati dall’an-esteticità.”(3)
Il potere evocativo delle immagini invita a ri-attivare la memoria del luogo, a ri-trovare la sua identità, a re-integrare
lo spazio costruito ed il contesto ambientale. Ogni fotografia ritrae sullo sfondo la presenza maestosa e incontrastata di silenziosi protagonisti (il cielo, il mare, l’Etna), di una Natura che, seppur violata e deturpata, resiste ostinata all’azione del tempo e dell’uomo e che rinnova perpetuamente il proprio ciclo vitale.
Ogni fotografia ci ammonisce sulla necessità di stabilire una comprensione più profonda dei caratteri del nostro territorio, ci mette in guardia sul rischio di trasformare i luoghi che abitiamo in ‘spazi fantasma’, non-luoghi, aree prive di interiorità, identiche a tante altre, estranee a noi stessi. Le immagini di Cristaldi vogliono dar voce a quei luoghi e, seppur nella consapevolezza della forte spinta alla globalizzazione, all’uniformità e alla irriconoscibilità, esse sollecitano l’osservatore a rintracciare profondità celate, ricchezza di senso, potenziale espressivo ed emotivo. Esse intendono riaccendere una prospettiva di meraviglia e di seduzione smarrita, nuovi paesaggi di speranza e di complicità ritrovata.

Note

  1. Cfr. Vittorini E., (1941), 2003, Conversations in Sicily, Engl. transi. by Alane Salierno Mason, Canongate, Edinburgh.
  2. Cfr. Augé M., Non-places. lntroduction to an Anthropology of Supermodernity, Verso, New York and London, 1995.
  3. Andreotti G., “Rivelare il Genius Loci”, in Bollettino della Società Geografica Italiana, Roma, Serie Xlii, Voi. VII, 2014, p. 536.

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