International Photography Awards 2008

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Official Press release follows:

International Photography Awards Announces winners of the 2008 Competition.
Massimo Cristaldi was awarded Honorable mention in the 2008 International Photography Awards Competition.

Los Angeles, California., 9/23/2008 — International Photography Awards (IPA) announced the winners of this year’s IPA Photographer of the Year awards.

Massimo Cristaldi of Italy was Awarded:

Honorable mention in Editorial in non-professional category for his entry, “Global Warming” .
Honorable mention in People in non-professional category for his entry, “A Men’s World” .
Honorable mention in Special in non-professional category for his entry, “The Altar” .
About Massimo Cristaldi
Massimo Cristaldi began his career in 1989 as an IT specialist in Catania. In early 2002, drove by a passion born when he was twelve, he started to explore seriously his interest for photography. As a photographer, Cristaldi is an entirely self-taught artist, having learned his craft through personal research, and practical experience behind the camera. Over the last year he strived to express himself through photography, creating exhibitions, participating to contests and working for private customers. His photographs have been published on Italian newspapers as “La Repubblica” and “La Sicilia” and on many online photography magazine, such as File Magazine and Witness Journal.

About IPA
The 2008 International Photography Awards has received over 22,000 submissions from 124 countries across the globe. IPA’s mission is to salute the achievements of the world’s finest photographers, to discover new and emerging talent, and to promote the appreciation of photography. Since 2003 IPA has had the privilege and opportunity to acknowledge and recognize contemporary photographers’ accomplishments in this specialized art form.
Visit www.photoawards.com.

Contact:
Massimo Cristaldi
www.massimocristaldi.com
+393482816167

IPA Contact:
Sarah Cho
Competition Director
IPA | Lucie Awards
[email protected]
310-659-0122

Selected photographs:

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Ho ricevuto 3 mensioni d’onore all’International Photography Awards 2008. L’International Photography Award è considerato uno dei più prestigiosi concorsi fotografici al mondo, e comprende 54 diverse categorie a cui possono partecipare professionisti e non professionisti. Nell’edizione appena conclusasi il concorso ha ricevuto oltre 22.000 partecipazioni da 124 paesi nel mondo. Durante la cerimonia di premiazione, che avverrà il 20 Ottobre a New York, verranno affidati vari riconoscimenti a prestigiosi fotografi, quali il nostro Gianni Berengo Gardin, ma anche Patrick Demarchelier e Erwin Olaf.

Scarica la Press Release IPA 2008

La press release ufficiale in inglese segue:

International Photography Awards Announces winners of the 2008 Competition.

Massimo Cristaldi of Italy was awarded Honorable mention in the 2008 International Photography Awards Competition.

Los Angeles, California., 9/23/2008 — International Photography Awards (IPA) announced the winners of this year’s IPA Photographer of the Year awards.

Massimo Cristaldi of Italy was Awarded:

Honorable mention in Editorial in non-professional category for his entry, “Global Warming” .
Honorable mention in People in non-professional category for his entry, “A Men’s World” .
Honorable mention in Special in non-professional category for his entry, “The Altar” .
About Massimo Cristaldi
Massimo Cristaldi began his career in 1989 as an IT specialist in Catania. In early 2002, drove by a passion born when he was twelve, he started to explore seriously his interest for photography. As a photographer, Cristaldi is an entirely self-taught artist, having learned his craft through personal research, and practical experience behind the camera. Over the last year he strived to express himself through photography, creating exhibitions, participating to contests and working for private customers. His photographs have been published on Italian newspapers as “La Repubblica” and “La Sicilia” and on many online photography magazine, such as File Magazine and Witness Journal.

About IPA
The 2008 International Photography Awards has received over 22,000 submissions from 124 countries across the globe. IPA’s mission is to salute the achievements of the world’s finest photographers, to discover new and emerging talent, and to promote the appreciation of photography. Since 2003 IPA has had the privilege and opportunity to acknowledge and recognize contemporary photographers’ accomplishments in this specialized art form.
Visit www.photoawards.com.

Contact:
Massimo Cristaldi
www.massimocristaldi.com
+393482816167

IPA Contact:
Sarah Cho
Competition Director
IPA | Lucie Awards
[email protected]
310-659-0122

Fotografie selezionate:

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Foto: fonte internet

Alitalia Ulisse – Settembre 2008

Mi capita sempre più di frequente di guardare le scritte piccole piccole che accompagnano le foto nelle riviste che sfoglio. Un po’ per capire chi è il fotografo, un po’ curioso dell’agenzia da cui si serve il photoeditor. Viaggiando abbastanza spesso finisco per imbattermi in vari “giornali di bordo”, quei fascicoli luccicanti che stanno nella tasca “in front of your seat”, accanto alle istruzioni su come abbandonare l’aereo. Sono patinanti e piene di fotografie, forse proprio per fare da contraltare alle informazioni piene di ideogrammi del foglio che ci dice cosa fare in caso di sciagura… Generalmente abbastanza inutili, sono pieni di consigli generici sulle destinazioni delle compagnie, posti di moda, gadget insulsi. E foto. Su alcune di esse, in particolare sul giornale di bordo di Alitalia Ulisse, le minuscole didascalie riportano, molto spesso, la scritta Foto: fonte internet. A volte non riportano proprio nulla, che forse è anche un po’ meglio. Se non altro si pensa che la foto l’avranno pagata o acquisita con diritto. Ma “Fonte Internet” è un po’ come dire, candidamente ed esplicitamente, che hanno preso una foto dal web e l’hanno pubblicata. Infischiandosene di chi ha scattato, dell’agenzia per la quale lavorava, del copyright del fotografo. Di tutto. Come può essere Internet una “fonte”? E’ come dire fonte “carta stampata” senza specificare altro. Certo, questo dettaglio è sicuramente l’ultimo dei problemi di Alitalia, soprattutto in questo momento. Però denota un “costume” tutto italiano di arraffare che fa venir voglia di sparire definitivamente dall’universo telematico, di mettere “Watermarks” a tutto spiano e di sperare che operazioni come Tineye possano venire, “magicamente” allargate a tutto l’universo creato (carta stampata inclusa), se non altro per capire chi sta facendo uso, allegramente, delle nostre immagini senza neppure, non dico pagarle, ma almeno degnarsi di farcelo sapere…

Competizioni per fotografi (danarosi)

Ogni tanto partecipo a qualche concorso.  Quasi tutti i concorsi odierni hanno un prezzo di ingresso, o condizioni capestre (ad esempio quelli del National Geographic Italia pretendono che la fotografia, per il semplice fatto di partecipare, diventi sostanzialmente di loro proprieta). In questo caso bisogna sborsare addirittura 250dollari! In genere il metro per capire la validità dei concorsi online è la composizione della giuria. In questo caso il pannello è…. boh, non molto convincente (stessi cognomi, una cosa fatta in famiglia). Ho impressione che questo dei concorsi online è diventato un fiorente business… Alla fine cosa rimane a chi partecipa? La soddisfazione di aver vinto (o, generalmente, partecipato)…. E a chi organizza? Una montagna di denaro…

Divertimento & Street Photography

Il blog-santone della fotografia fine-art americana, il tedesco Colberg, fa, sul suo blog, un’ennesima riflessione sul valore della Street Photography.
A suo modo di vedere ci sono troppi “visual jokes” nella street photoraphy, è come vedere “Friends” in televisione.
Mi domando quale “street photography” guarda e/o dice di apprezzare visto che, peraltro, sembra suggerire che si tratta di una fotografia che fornisce risposte piuttosto che porre domande.
Non sono un fan assoluto della Street Photography anche se, oggettivamente, trovo le valutazioni di Colberg un po’ estreme: certa street ha un grande valore reportagistico e, estremizzando, fotogiornalistico per essere liquidata alla stregua di una situation commedy.

What the Duck fa riflettere

Da qualche tempo ormai, tra i miei feed RSS di fotografia, ho aggiunto le strisce giornaliere di What the Duck. What the Duck è un simpaticissimo sito, messo assieme da Aaron Johnson, che racconta le avventure di alcuni paperi fotografi. Una strip al giorno, con ironia anglosassone, per dipingere il variegato mondo della Fotografia.
L’ultima strip in ordine cronologico fa davvero riflettere.

Nella generale frenesia digitale e di immagini virtuali, in cui il 90% degli utenti NON stampa le sue fotografie ma si accontenta di un surrogato elettronico lontanissimo dalle emozioni della foto (come oggetto tangibile, per citare Susan Sontag), chissa quante persone finiranno per ritrovarsi nelle condizione del Papero verde. Dove finiscono le nostre emozioni? Dentro una scatola elettronica? Cosa dice di più un’immagine vera, tangibile, che, peraltro, con la durata dei nuovi inchiostri durerà molto di più di qualunque supporto digitale (basti pensare che fine hanno fatto, negli ultimi anni i floppy disk magnetici….)

Per abitudine stampo sempre gli scatti che meritano in multi copia. Di ogni serie ho una versione della dimensione “ufficiale”, riportata in Portfolio, e alcuni album (molto belli peraltro, come quello ritratto di seguito).


Me ne infischio, così, se un giorno tutto il mio sistema di backup multiplo RAID5 mi lascerà a piedi. O se certi supporti diventeranno illegibili. Le mie emozioni, per me, saranno sempre lì ad aspettarmi. La grande rivoluzione fotografica degli ultimi anni non sono le macchine digitali: sono le nuove stampanti in grado di mantenere inalterati i ricordi.

Cogito, Ergo Sum

C’è un simpatico video che gira da un po’ in rete. L’autore si chiama Charles Leadbeater ed è un ricercatore della Demos di Londra. Nel riproporre in chiave moderna (e “sociale”= il motto Cartesiano, Charles sembra dare un ruolo positivo ai blog e alla “cross-fertilization” delle discussioni in rete come originatrici di idee.

In effetti, forse tutto questo fiorire di blog e di fotografie ha un peso anche per i fotografi… Magari, sullo spunto di Charles, ne parliamo di seguito….

We Think

Tutti uguali?

Chase Jarvis pubblica un’interessante comparazione delle fotografie scattate da lui stesso con quelle di altri fotografi, anche di grido, che hanno vinto l’ultima edizione del PDN photo annual:

“In less than 5 minutes last night, for no apparent reason, I was able to find about 20 of my images that look, feel, appear, strangely similar to nearly 20 images in the 2008 PDN Photo Annual.”

E si domanda come mai la maggior parte dei lavori sono così simili anche se tutti cercano di fare qualcosa di differente. Conclude dicendo che siamo tutti uomini, che esiste una “social fabric” in ognuno che ci rende molto simili. Questo tema parte da un altro post divertente e di “sollievo” su quello che gli (ci) capita quando arriva una nuova idea di un progetto fotografico. Qualcun altro l’ha già fatto (meglio) prima.

Chase è un giovane fotografo di successo (a 35 anni è Nikon e Hasselblad Master) che combina la fotografia commerciale ad alcuni lavori interessanti (zona “Projects” del suo sito).

Già. Esiste una certa somiglianza e certi soggetti ricorrenti. Nel mio piccolo alcune delle mie fotografie fatte dentro grandi città somigliano agli scatti di Chase.

Massimo Cristaldi - YellowGreen
Massimo Cristaldi

Chase Jarvis - From project
Chase Jarvis

Devo dire che il tema della “social fabric” è, a mio avviso, parecchio intrigante. Per quanto contaminata da esigenze di comunicazione pubblicitaria certa fotografia si somiglia troppo: c’è un grosso appiattimento non solo nei soggetti ma anche nel “mood” dello scatto. Forse anche collegato all’utilizzo di strumenti che uniformano (photoshop in primis) e di tecniche “collaudate” da fotografi di successo. Sotto questo ultimo aspetto, ad esempio, si fa fatica a distinguere gli scatti di Chase da quelli di Jim Fiscus.

Credo, dunque, come sostiene da sempre il mio amico Edward Rozzo, che sia il soggetto a fare veramente la differenza. Senza andare in posti lontanissimi (e pericolosi) credo che alcune realtà, soprattutto rurali, a casa nostra abbiamo ancora un qualcosa di “diverso” da come il resto del mondo si sta evolvendo. Raccontare questa diversità risulta può risultare, forse, un carattere distintivo.

Rimane da domandarsi se il mondo in generale ha veramente bisogno di queste (nostre) immagini, o se le foto “tutte simili” non siano, in fondo, quello che il pubblico desidera. Bisogna comprendere se si fotografa per qualcuno o per se stessi. Rimando ancora una volta alla lettura di Art & Ego. E a qualunque commento vogliate inserire.null