Nel 2012 ho avuto il piacere di essere uno degli autori selezionati per il Festival Photomed a Sanary Sur Mer. L’autore principale del festival era Joel Meyerowitz, un fotografo che è sempre stato per me fonte costante di inspirazione. Durante le giornate del festival ho avuto modo di conoscerlo un po’ più approfonditamente: ricordo ancora con piacere le nostre lunghe discussioni sulla fotografia e sulla filosofia.
Negli anni successivi abbiamo continuato a scriverci sporadicamente e a scambiarci idee: Joel è stato sempre sorgente di suggerimenti precisi e preziosi, aiutandomi, ad esempio per il mio Touch Ground.
Quello che segue è quanto mi ha inviato oggi su “Suspended“, il lavoro che sarà in mostra a Philadelphia dal 13 Aprile. Riporto qui una traduzione delle sue parole (in inglese visibile qui) e lo ringrazio per avermi autorizzato a pubblicarle.
In Suspended c’è, se è possibile utilizzare queste due espressioni nello stesso respiro, uno splendido e tragico senso di vuoto, e un non so che di surreale. Mi piacciono gli spostamenti di scala che è possibile scorgere tra le macchine, le persone, le case e i colori di palazzi e paesaggi inondati e bruciati dal sole. Mi mostra una specie di dolorosa bellezza nella desolazione, che ci porta oltre qualsiasi speranza di recupero. Questo è un buon lavoro. Congratulazioni per essere rimasto così vero.
Joel Meyerowitz, April 2nd, 2019