Galleria L’Arte Club, Catania: Video, recensioni

Just published a short video and some comments on the exhibition in Catania.

Comunicati

InsideArt 

Dopo aver presentato di recente diverse mostre in Belgio, Stati Uniti e Francia, Massimo Cristaldi torna nella sua Catania. Fotografo di fama internazionale, nei locali della galleria L’arte club curata da Pippo Pappalardo, propone alcuni dei suoi scatti più suggestivi effettuati nel periodo 2006-2011. In particolare, fino al prossimo 7 gennaio è possibile ammirare le fotografie che appartengono alle collezioni Refinery Flocks, Simulacra, Insulae, “Impressions of New York city” e quelle dell’ultimo lavoro: “Suspended”. La maggior parte delle opere presentano misure 150 × 100 centimetri, sono stampate su carta d’archivio con inchiostri a pigmenti e montate in Dibond o Diasec.

Cristaldi, classe 1970, intraprende la sua carriera professionale nel 1994, dopo aver conseguito la laurea in geologia. Nelle sue foto sono l’uomo, il trascorrere del tempo e gli effetti del loro passaggio sulla natura e sulle cose i soggetti preferiti. «Viviamo in un tempo di cambiamenti accelerati, la rivoluzione tecnologica omologa il mondo e rende tutto più uguale e, spesso, noioso – ricorda Cristaldi – le città, i luoghi dell’Occidente si assomigliano sempre di più. Mi interessa narrare questo momento di transizione, in cui il passato progressivamente diventa stratigrafia su cui si sedimenta il nostro presente, scomparendo lentamente ma lasciando evidenze, nelle cose e nelle persone, che via via sfumano. Ho un particolare interesse verso le terre di confine che ancora oggi vivono in bilico tra le tentazioni del progresso e le tracce del tempo che fu».
Negli anni sono stati numerosi i riconoscimenti tributati all’artista: dall’International photography awards 2008, 2009, 2010 e 2011 al B&W Spider awards 2008 e 2009, dal Photography masters cup 2008 , al Travel photographer of the year 2008 e al Prix de photographie de Paris 2009. I suoi lavori sono presenti nelle gallerie di Stati Uniti, Belgio, Francia, Regno Unito e ovviamente Italia.

Antonio Longo – Da INSIDE ART

 

Francesco Lanzafame 

Elovine show … il tempo si è fermato sulla giostra immobile e abbagliata dal sole. Intorno il deserto, le lunghe braccia distese sulla verticale del loro peso, la luce che mortifica l’immagine di una giostra vuota, serrata, ferma, solitaria.

Il rapporto tempo-azione è congelato scegliendo l’istante meno adatto per raccontarne la storia.
Il fotografo Massimo Cristaldi sceglie la strada della contraddizione tempo-azione per esprimere ciò che lo incuriosisce o lo smuove profondamente. La giostra ferma e assolata è un esempio delle sue immagini contraddittorie.
Cosa ci sta raccontando? Proviamo a metterci davanti un’altra foto-contraddizione.
Una della serie “Simulacra”.
Le studiate composizioni che unificano nella luce della notte monumenti (nell’accezione letterale di cose che la storia ci ha tramandato) e labili segni e segnali (non solo stradali, ma anche costruttivi…come una dozzinale ringhiera o una casa tirata su alla meglio) sono già una contraddizione. Il fotografo li mette insieme e lascia che ciò che è immobile venga segnato dalla luce del caso, quello di una macchina di passaggio. Ecco che la contraddizione si compie. Il tempo lungo dello scatto non serve ed “immortalare” il monumento, ma a renderlo transitorio. Si cerca nel buio ciò che rende libero di vivere l’attimo, quello che tutti i giorni è un punto di riferimento, anzi ne sarebbe la massima espressione della permanenza.
Andiamo ad un altro esempio tra quelli proposti nella mostra catanese.
La serie del volo degli uccelli sui cieli di una raffineria. Giganteschi stormi si muovono liberi sullo skyline di torri che costruiscono il profilo di un futuro già passato. Il fotografo, come un novello aurispice, ne scruta il movimento, scandaglia le infinite movenze. Qui il tempo di apertura del diaframma non deve essere lungo per altri motivi se non quello squisitamente tecnico (profondità di campo e condizioni di luce). Quello che importa è la pazienza di contare i fotogrammi che compongono il movimento degli stormi. Dove sta la contraddizione? Nel ritrovare la forma giusta, stabile, monumentale in ciò che per sua natura uno stormo di uccelli in volo non può avere. Ecco apparire per un unico istante irripetibile la forma di un’onda, di un serpente, di un aereo. Il fotografo c’è, è presente a dividere il tempo e fermarlo, a rendere monumentale (permanente, eterno…) ciò che vive il tempo di un battito di ali.
Ancora una foto, ancora una contraddizione. Ground Zero visto da un interno, osservato da un soggetto posto davanti ad una vetrata. Il tempo “gelato” di un osservatore davanti alla storia. Da un comodo e protetto punto di vista si coglie lo spettacolo di ciò che ha segnato la perdita dell’idea della sicurezza, della stabilità e delle certezze.
Massimo Cristaldi racconta così l’esistenza di una generazione che è passata nelle contraddizioni, che ha perso i propri punti di riferimento, che è diventata orfana delle certezze che il progresso aveva lasciato intendere potesse stabilire.
Time Square è luce sfuggente, simulacro decaduto, immagine sfocata.

Francesco Lanzafame

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