Un mese di pensieri

Il Blog è stato parecchio silenzioso, l’intero Gennaio è trascorso senza nuovi articoli. Le ragioni di questo silenzio sono molteplici. Da un laUn Mese di Pensierito un’enorme mole di lavoro. Matto e disperatissimo per citare Leopardi. E quindi, semplicemente, altro a cui pensare. Poi la voglia di scrivere di meno e di fotografare di più, e quindi la genesi di alcuni lavori fotografici adesso in itinere. Nel frattempo ho deciso di accettare l’invito di Lensmodern di far parte della loro agenzia come Associate Member. Lensmodern è una stock agency un po’ particolare, che fa un grosso lavoro di selezione “artistica” sugli autori e sulle immagini. Tra le  fotografie ci sono alcuni lavori interessanti. Il loro primo approccio risale alla scorsa estate e, in effetti, mi sono preso molto tempo per riflettere sulla proposta. Vari aspetti mi hanno frenato fino ad ora…. Un primo aspetto, sulla scorta delle recenti debacle di varie agenzie online, riguarda il timore sulla sorte delle mie immagini. Che fine fanno le tue immagini se l’agenzia o chiude? A chi vanno? Chi li userà? Difficile tracciarle quando sono diventate appetitosi per la stampa, quando sono a tutti gli effetti, Digital Negatives. Digimarc ti consente di marchiarle. Ma è come mettere una targhetta di metallo ad una bicicletta e lasciarla libera per strada. Tutti la useranno. E, anche se esistono i contratti, è oggettivamente complesso inseguire un interlocutore per vie legali in giro per il mondo. Questo è naturalmente un problema che non ammette soluzione. O ci si “fida” e si spera oppure meglio tenersi tutto dentro e non condividere mai, nè far stampare mai nessuno. Poi c’è l’aspetto del “Ne vale la pena?” E qui in effetti si potrebbe aprire un tema enorme, difficile e variegato. Dal mio punto di vista, in qualche modo in accordo con Ando Gilardi: nel suo particolare libretto “Meglio ladro che fotografo” dice che un artista DEVE vendere i suoi lavori e fare in modo di VIVERE della propria arte. Così hanno fatto i pittori per secoli. Per un fotografo sicuramente questo aspetto si intreccia con la fotografia commerciale, su commessa. Se guardo il bravo Chase Jarvis, che ho citato alcune altre volte su questo blog, lui è un fotografo a tutto campo. Lavora su commessa, vende in stock e vende Fine Art, stampe. Quindi ha attivato una moltitudine di canali di rappori con l’esterno. Sicuramente è primariamente un fotografo commerciale ma i suoi lavori “personali” sono di interesse ed immagino che possano avere una platea di possibili acquirenti. Quindi tornando al punto di cui sopra direi che VENDERE un lavoro è imperativo e di conseguenza “ne vale la pena”. Raggiunte alcune soddisfazioni personali (concorsi, riconoscimenti, etc) il punto successivo è vendere fotografie e non in modo “spot” ma in modo continuativo. Sicuramente il canale più importante in questo senso, per il tipo di fotografia della quale io mi appassiono, sono le Gallerie. Internet è ancora un po’ ibrida e sempre più “schizofrenica”: difficile immaginare che un francobollo a 800×600 pixel visto per 2 secondi generi l’impatto emotivo di un’opera dal vivo, magari di una eccellente Diasec, e motivi all’acquisto. Alla fine chi compra si dota di un oggetto che mette a casa sua…. La trasposizione di un JPG low res nell’oggetto finale da appendere a casa è oggettivamente un volo pindarico che necessita di una tale immaginazione da rendere un po’ difficile lo scatenarsi dell’emozione collegata all’acquisto di un’opera “d’arte”. A meno che non si sia già dei “nomi”, convogliati da una galleria iportante, come scrivevo tempo addietro qui. Difficile per un autore non conosciuto ed acclamato, e perdipiù, italiano, poter vendere i propri lavori attraverso il proprio sito web. Mi è successo in qualche occasione, ma si tratta di casi in qualche modo eccezionali. E qui c’è da aggiungere un’altra riflessione. Se il sito web autonomo è canale difficilmente praticabile rimangono le agenzie, che, nella maggior parte dei casi, fanno stock photography. Alamy, con cui collaboro da un po’ ma senza grosso entusiasmo, richiede delle fotografie “perfette”. La loro concezione di perfezione è riepilogata nelle loro stringenti “Submission guidelines“. Consiglio di guardare il paragafo “we reject images for”…. Noterete che, tra alcune, “giuste” ragioni di Reject, ce ne sono alcune cose francamente opinabili…. Camera Shaky, Blurry Images, Out of focus, High Contrast, solo per citarne alcuni…. Voglio dire: se il mio scatto è shaked (ad esempio la quasi totalità di Impressions of NYC) non va bene per Alamy. Quindi il “mosso artistico” non funziona, o meglio loro lo rigettano in partenza. E neanche per Corbis o Getty. Quindi la mia libera espressione di decidere come scattare la mia foto non va bene per il mondo rassicurante dello Stock ufficiale. Non che mi interessi particolarmente. Ripeto, i soggetti da Stock Photography sono abbastanza peculiari e non ho mai inseguito questo filone con particolare interesse. Fa però fa riflettere che compratori potenziali, che, utilizzano le Major agencies e non dei microstock, necessitino solo di immagini perfettine e, mi ripeto, rassicuranti, quando potrebbero acquistarne ad un dollaro, come parecchie delle mie immagini su Firenze che ho messo, anni fa, su Fotolia e Dreamstime. In una parola le grandi non “rischiano”, e ingrossano i loro archivi e i loro motori di ricerca con immagini perfettine e pulite-pulite. Queste regole invece non si applicano a Lensmodern, che fa un discorso più vicino alla Fine Art, che “negozia” il prezzo del lavoro secondo un meccanismo differente e meno automatizzato ed algoritmico di Alamy. Se poi venda e quanto venda è difficile saperlo a priori. Una ricerca sul web non li vede particolarmente presenti, e, dai miei contatti con loro, mi sembra una realtà abbastanza piccola e di nicchia (sono circa dieci persone). Una agenzia con una espansione Web con uno statement interessante:

Art or photography? It used to be a choice, one or the other. Now there’s a third way – photography as art. Previously only seen in influential galleries around the world, Lensmodern has brought together award-winning personal projects from the world’s best photographers. This startling and visionary work often expands the boundaries of photographic technique and printing processes to bring you stimulating, sometimes ground-breaking, examples of this burgeoning art form.

Certo la piccola dimensione le dà possibilità di restare schiacciata dalle dinamiche di un mercato in mutamento un po’ come i piccoli negozi di generi alimentari che si confrontano con il rutilante mondo della grande distribuzione. E’ un altro potenziale canale? Parliamone.

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