Lorenzo

Lorenzo se ne è andato. Ci siamo conosciuti quando siamo nati, da piccolissimi giocavamo assieme. Lui Toscano io Siciliano, trascorrevamo assieme le vacanze. Ci azzuffavamo. Tiravamo zolle alle macchine parcheggiate. Poi siamo cresciuti. Tra Firenze e Catania. Avevamo persino la stessa passione per la fotografia, che Lorenzo coltivava con un trasporto e sentimento. Dieci anni fa circa Lorenzo ha scoperto di avere un male bastardo contro il quale ha lottato, da VERO combattente, fino ad ora. Nello sconforto di questi momenti, con un aereo che mi porta a Firenze domattina a salutarlo, ho trascorso il pomeriggio con il mio figlioletto Vittorio di 21 mesi in braccio. Lorenzo è il suo padrino. Mentre lo intrattenevo con i suoi cartoni sullo schermo di destra, in quello di di sinistra cercavo disperatamente e in modo febbrile le immagini del mio amico. Ho bisogno di lui. Ne ho trovate parecchie recenti. Alcune le ho condivise. Ma, per quanto dolcissime, quelle foto non rappresentavano lui, erano come scrive Barthes, “quasi” lui. Poi mi sono ricordato che, qualche anno fa, ci siamo presi a “colpi di fotografie”. Era il nostro modo “maturo” di azzuffarci. E l’ho ritrovato. Ho ritrovato il vero volto del mio amico. Forte, dissacrante, incazzato. Ho visto, attraverso i suoi occhi di qualche tempo fa, la faccia che lui ha adesso mentre, sono sicuro, mi guarda.

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