inside the photographers_home from andrew hetherington on Vimeo.
Andrew scrive: “visto che molti fotografi che conosco non hanno uno studio ma una specie di home-office ho pensato che fosse il caso di andare anche nelle case”. Bellissimo il momento, a mio avviso, quando si apre l’armadietto delle macchine, le riprese ai cani (veri o finti) di casa (che Emily adora) o alla vecchia Porsche parcheggiata accanto alla moderna, orrenda, semimonovolume e la simpatica vespa arancio al centro.
In effetti, aldilà della curiosità un po’ da guardoni di questa serie, ci intravedo un interesse socio-psicologico. Il modo con cui si archiviano le fotografie e le pellicole è di certo, universale. Come anche scoprire che i frigoriferi dei fotografi si somigliano, in fondo, tutti. Ma come si tiene l’attrezzatura o la epson 3800 disseminata per casa sono di sicuro un indice interessante della considerazione degli oggetti. E, direi, è una veste abbastanza inedita e, in qualche modo “reale” di un mondo troppo virtuale… A proposito di virtuale: il sito di Emily Shur è questo. Bravo Andrew!
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